venerdì 4 giugno 2010

Uova & Sofferenze




Nel frigo non c'era niente di commestibile, ma l'Orso aveva fame, e si vedeva perchè si era già messo a tavola. Aveva provato ad apparecchiare, e quando apparecchia lui me ne accorgo perchè è diverso da come lo faccio io: io metto un tovagliolo di carta piegato a triangolo a destra del piatto, con sopra tutte le posate. Lui invece mette la forchetta a destra e il coltello a sinistra, e si dimentica sempre il tovagliolo. Una volta ho provato a fargli notare che almeno doveva invertire le posate. Lui in tutta risposta ha alzato le spalle e ha continuato a guardare nel frigo. Anche se non sembra, l'Orso conosce tutto il galateo, ma quando è in casa dimentica alcune regole. Mi ha spiegato che è perchè le conosce tutte, e sa come infrangerle.
Oggi non sapevo che pesci prendere, in frigo era rimasta una piadina rinsecchita, del prosciutto scongelato e il solito limone che con il suo giallume si vedeva attraverso il vetro opaco del cassetto della frutta&verdura. Quattro uova rosa però stavano dritte nel loro scompartimento, senza dire una parola. Tre di queste le misi nel pentolino a sodare. L'altro lo misi da parte per strapazzarlo. Mi piacciono le uova, e se degli stupidi nutrizionisti bacchettoni non avessero sparso la voce che bisogna mangiarle massimomassimo una volta a settimana, io le mangerei tutti i giorni. Quando si sodano sono bellissime: la loro morbidezza mi ricorda gli anni '90. Sempre lucide e perfette, bianchissime e piene di onore. E' la geometria che preferisco. Avrebbero dovuto fare la piramide alimentare a forma di uovo.
Tolsi con cura il guscio appuntito (spero sempre di trovarci il pulcino), le spaccai a metà, ci versai sopra la maionese e misi tutto sotto il naso dell'Orso. Compiaciuto, mise uova e prosciutto scongelato nella piadina rinsecchita e finì tutto con un morso. Ebbe da ridire sul mio uovo strapazzato.

"perchè te lo cucini così?"
"perchè mi piace.."

-pausa-

"lo sai come sono buone le uova?"
"no, come?"
"in camicia"
"non mi piacciono le cose cotte nell'acqua"

Spadellai l'uovo nel piatto e cominciai a mangiare a bocconi piccoli. L'Orso aveva voglia di parlare.

"lo sai che il figlio di Strelitzia è uscito dall'ospedale?"
"e come sta?"
"gli manca l'ospedale. e il cibo dell'ospedale. non che fosse proprio un ospedale, sembrava di più una villa. si è trovato bene, anche con i compagni di stanza"
"anche io mi trovo bene negli ospedali. mi sento al sicuro"
"è quello che ha detto anche lui. si solidarizza nei luoghi di sofferenza, più che in quelli ameni. sono le condizioni peggiori a rendere le cose straordinarie"

feci una carezza all'Orso e cominciai a sparecchiare.

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